Domenica mattina parto per Cambridge, faccio il turista per mezza giornata, poi Lunedi/Martedi lavoro, e martedi sera di nuovo a Roma. Il cambio d'aria mi fara' bene, anche se non ho nessuna voglia di muovermi. Anzi non ho nessuna voglia di fare niente, se non dimenticare, distrarmi, perdermi tra le stelle e i sogni. Ma non si puo' fare, la vita c'e' anche se mi nascondo tra le nuvole. Fuga impossibile. Eppure mi sento come ad alcatraz. Da un certo punto di vista la vita in una prigione all'isolamento sarebbe anche piu' facile, non puoi fare nulla perche' sei costretto a stare tra quattro pareti, nella realta' sarebbe un inferno per me. Spero che non dovro' mai vivere tale esperienza (certo che se avessi internet 24h/24h, un mucchio di libri, cibo vegetariano, spazio per un po' di piante, e una grande finestra per far entrare il sole con eventuale balconcino e vista sul verde, allora ci farei un pensierino a essere costretto a rilassarsi per tutta la vita. Anche se non risolverei i problemi). Ma quale e' la fregatura di come sto adesso? Che mi sento in colpa, o meglionon realizzato, perche' potenzialmente ho tanta liberata' per fare le cose, ma non mi decido per cosa fare. Nulla mi convince realmente. Cosi passo il tempo giocando al computer online, leggendo fumetti, e frequentando qualche forum tecnico sull'informatica, belle idiozie che fanno passare il tempo, che distraggono. Leggere i fumetti e' il miglior modo per rilassarmi e perdermi tra i sogni del fumetto stesso. Non ho nessuna voglia di andare al lavoro, tra la gente (per fortuna devo farlo poco, un giorno la settimana piu' o meno), perche' mi sembra cosi inutile, dei contatti cosi superficiali e sensa senso. Eppure in quel giorno il tempo passa in fretta, quasi piacevolmente (ahime sono anche io un animale socievole), magari perche' ci metto quel tocco di comunicazione. Poi non vedo l'ora di tornare a casa, che pace appena apro la porta, un silenzio, le piante che mi salutano, e i pensieri ricominciano. Forse trovero' la pace quando accettero' le cose cosi come sono, senza senso, e mi considero come una stupida formica dentro uno stupido formicaio, a fare il suo lavoro, a sentirsi non realizzato e a sapere che non vi e' alternativa. E sono pure fortunato.
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